Capitolo 1


Mai fidarsi dei funghetti

Stavo tornando allegramente a casa con una busta di nylon piuttosto pesante ricolma di patatine, dolciumi e schifezze varie.

 

Era un tiepido pomeriggio di fine maggio e avevo intenzione di terminarlo in un modo solo: mangiare fino a scoppiare con le mie amiche, per festeggiare la tanto agognata fine dei nostri dannatissimi e odiatissimi esami.

 Una piccola festicciola tra compagne, munite di film, cibo e the fresco.

Non fosse altro che, dopo aver fatto un breve e conciso calcolo delle calorie che avrei assunto la sera stessa e presa successivamente da un vago senso di colpa, pensai bene di allungare un po' il percorso di ritorno, giusto per mettere a tacere quella fastidiosissima vocina non troppo gentile che mi ricordava quanto avessi faticato per mantenere intatta la mia linea fino a quel momento.

All'uscita dal supermercato, dopo aver subito un rallentamento sulla mia tabella di marcia grazie alla simpaticissima signora col petulante barboncino nella borsetta, la quale mi aveva accusata per un buon quarto d'ora (con abbaio isterico del cane annesso) di aver spaventato il suo dolce pupetto con la mia nefasta e goffa presenza, avevo svoltato a destra dirigendomi a passo di carica verso il bosco.

 

Ah, amo il bosco! Così rilassante, fresco e profumato.

 

Ho imboccato il sentiero più vicino, di modo che sarei sbucata direttamente dietro casa mia.

Ero cosi felice, così entusiasta, così...così...leggera! Ecco la parola giusta!

Mi sentivo leggera, libera e senza preoccupazioni, finalmente serena e felice dopo anni di frustrazioni e sofferenze sui quei dannatissimi libri che, mi ripetevo durante il suddetto tragitto, avrei probabilmente impilato quasi ordinatamente per ottenerne un bel falò estivo, mica male come idea!

 

Canticchiavo con le labbra socchiuse un motivetto che avevo sentito in

TV. Sì, uno di quelli che ti entra nel cervello e lo riproduci in ogni occasione finché non ti accorgi di non comprenderne più le parole.

Ma per fortuna era una canzoncina orecchiabile e quindi piacevole anche da sentire.

Nulla poteva fermarmi, nulla avrebbe potuto rovinarmi quella giornata splendida, magnifica, sublim - oh, un momento.

 

Cos'è questa strana cosa qui?

 

Mi chiedevo osservando incuriosita un insieme di strani funghetti disposti ordinatamente in cerchio.

 

Oh, invitante...

 

Quale idea migliore se non quella di sollevare leggermente il piedino ed entrarci dentro!

 

Puff!

 

In un momento tutto era sparito.

Come per magia.

Sì, ho detto proprio magia.

 

Da scettica quale ero, avrei preferito di gran lunga che quella flora del sottobosco fosse stata solo allucinogena e tanti saluti.

 

Ma mi ci volle un po‘ tempo per convincermi che di allucinogeno in quei funghetti c'era ben poco.

 


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